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Il Palio di Siena, questo sconosciuto

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Oggi ospitiamo con piacere un guestpost di Carlo Crescitelli, aka l’antiviaggiatore, scrittore e blogger appassionato che ho avuto l’opportunità e la fortuna di conoscere grazie al post corale sui PicNic in Italia, cui anche lui ha partecipato. Chiacchierando di viaggi e delle nostre terre, tempo fa Carlo mi ha raccontato di aver vissuto per qualche anno in Toscana, a Siena. Questo è il suo racconto del famosissimo Palio,  visto con gli occhi di chi vive a Siena ma non è originario del luogo. Ne scoprirete delle belle!

"La folla durante il Palio" di Giuseppe Ceglia - Giuseppe Ceglia. Con licenza Pubblico dominio tramite Wikimedia Commons - http://commons.wikimedia.org/wiki/File:La_folla_durante_il_Palio.jpg#/media/File:La_folla_durante_il_Palio.jpg

“La folla durante il Palio” di Giuseppe Ceglia – Giuseppe Ceglia. Con licenza Pubblico dominio tramite Wikimedia Commons

La corsa più celebre del mondo vista con gli occhi di un forestiero residente in città

Ci ho vissuto per quattro anni, a Siena, e mica da turista… ci lavoravo, io, con tutte le complicanze degli undici mesi  l’anno da trascorrere in uno dei pochissimi siti d’Europa ancora caratterizzati da una struttura sociale di natura tribale.

Eh sì, che non sto scherzando: niente a che vedere con le tifoserie del calcio, contrade e Palio sono uno degli ultimi meccanismi di aggregazione rimasti a ricordarci il nostro ancestrale passato di minuscole comunità coese e vitali.  Gli altri sono i clan delle Highlands scozzesi e le famiglie còrse: ma torniamo a Siena, al Palio, ed al fatto che ho dovuto presto impararne i complessi dettagli di calendario e di regolamento, pena l’esclusione da ogni  elementare socialità quotidiana.

Detto in soldoni, il concetto sociologico è questo: esistono e sono attive nella città di Siena, caso unico in Italia, arcaiche strutture intermedie tra famiglia e società – le rispettive contrade di appartenenza, appunto – legittimate ad assumere di volta in volta, in modo assai naturale e spontaneo, come all’interno di un magicamente sopravvissuto Medioevo dei Comuni e delle Corporazioni,  alcuni dei ruoli ovunque altrove tipici e caratterizzanti sia della famiglia che della società. Il che, sempre detto in soldoni, vuol dire collegamenti e influenza tangibile, quotidiana e materiale della contrada, e della vita di contrada, nelle scelte quotidiane dei singoli: in materia, ad esempio, di lavoro, matrimoni, patrimoni, beneficenza, controllo dei figli adolescenti, pubblica immagine e reputazione, forza pubblica  e pubblica sicurezza, soglia di tolleranza di comportamenti illeciti o estremi, socialità e comportamenti sociali in genere etc etc. Mica solo la corsa, cosa credevate? Il Palio è la vita di Siena, ogni giorno dell’anno.

"Mossa lg palio provenzano 2007 (83)" di Roberto Vicario - http://www.toscanafotonotizie.it. Con licenza CC BY-SA 3.0 tramite Wikimedia Commons - http://commons.wikimedia.org/wiki/File:Mossa_lg_palio_provenzano_2007_(83).jpg#/media/File:Mossa_lg_palio_provenzano_2007_(83).jpg

“Mossa lg palio provenzano 2007 (83)” di Roberto Vicario – http://www.toscanafotonotizie.it. Con licenza CC BY-SA 3.0 tramite Wikimedia Commons

Perché realmente spesso non si pensa ad altro, e devi stare sempre molto attento a non urtare le varie suscettibilità, diventano aggressivi… come quando un dotto etnoantropologo ha ravvisato l’analogia di Piazza del Campo (a forma di conchiglia concava) e Torre del Mangia in piazza (dal tetto a punta arrotondata) con fallo e vagina: apriti cielo! Freud non sarà mai di casa lì, e neanche il WWF, che ogni anno denuncia doping e violenze sui cavalli. Non esiste ente più detestato, guai a dire che sei ambientalista o animalista, anche perché, Palio e cavalli a parte, poi sono pure tutti cacciatori di cinghiali!

Altro che manifestazione sportiva, non esiste nulla di più antisportivo del Palio, che, lungi dall’essere un interludio cavalleresco di altri tempi, è invece una vera e propria metafora della vita reale con tutte le sue porcherie e le sue carognate, dove corruttibilità, corruzione e doppi giochi sono tollerati ed ammessi, salvo poi fartela pagare appena ti scoprono… esattamente come nella vita vera. Lo sanno bene quelle sagome dei fantini, ragazzotti sardi o contadini delle Crete, osannati, idolatrati, strapagati e di colpo strapicchiati al primo prevedibile sospetto di voltagabbana. E tra l’altro oggi la tecnologia della moviola – proprio dallo sport mutuata, ed utilizzata con una disinvoltura imprevedibile per una manifestazione storica di questo tipo – non li aiuta affatto a lasciar passare inosservati i loro concitati e loschi accordi dell’ultimo minuto smozzicati a mezza voce al canapo della Mossa.

Altro che sport… tutti nel Palio hanno un nemico o due, la cui sconfitta è più importante della tua vittoria al punto da complottare per quella innanzitutto; arrivare secondi è l’onta peggiore che si possa immaginare, i perdenti vengono canzonati e insultati fino all’esasperazione, e vertenze e diverbi vengono risolti a suon di cazzotti.

"Arrivo lg il palio del 16 agosto 2006 (16)" di Roberto Vicario - http://www.toscanafotonotizie.it. Con licenza CC BY-SA 3.0 tramite Wikimedia Commons - http://commons.wikimedia.org/wiki/File:Arrivo_lg_il_palio_del_16_agosto_2006_(16).jpg#/media/File:Arrivo_lg_il_palio_del_16_agosto_2006_(16).jpg

“Arrivo lg il palio del 16 agosto 2006 (16)” di Roberto Vicario – http://www.toscanafotonotizie.it. Con licenza CC BY-SA 3.0 tramite Wikimedia Commons

Mica è una roba raffinata, il Palio, di quelle per turisti snob e intellettuali, una rievocazione del passato messa in scena con nostalgico fair play, nossignori no, è una bolgia isterica e incazzosa dove l’unica è vincere vincere vincere e non ci sono se e non ci sono ma… ma voi lo avete mai visto un senese in vacanza? Pensateci bene che non lo avete mai visto, perché in vacanza in estate non ci vanno mai, causa sorteggi e provacce e cerimoniali vari. Un paio di settimane a giugno e basta così, poi tutta l’estate in città, al lavoro ma mica proprio a lavorare… provateci un po’, come ci provavo le prime volte io, a fissare una riunione, a centrare un obiettivo, un risultato professionale qualunque… questa settimana non si può perché “c’è le cene”, quell’altra neppure perché ”c’è le prove”, rinviare a dopo il Palio non se ne parla perché “e se si vince c’è le feste, e se no c’è da stare a casa” … Dio bòno! A questo punto lo dicevo io a loro, e capivo finalmente perché Siena non ha voluto mai dare  un talento all’Italia, perché hanno tutti destinato una bella fetta di cervello e una bella quota di energie al Palio, che altro poi non si può… Gianna Nannini, dite? La Gianna  dell’Oha… ma la Gianna se ne è andata a Milano, proprio perché era una di quelle mosche bianche interessate al mondo fuori! E il Palio è bello, bellissimo, fiero e seducente turisticamente parlando, ma viverci dentro, credetemi, è un’altra cosa, e non è certo per forestieri come ero io: io che adesso, e voi di certo comprenderete,  il 2 luglio ed il 16 agosto la televisione non la accendo neanche. A voi invece, tanto più adesso che siete almeno un po’ preparati, consiglio vivamente di andarci: perché di certo vivrete, come già io all’epoca, momenti tanto singolari e indimenticabili da dar lustro al vostro curriculum di speciali esperienze di viaggio!

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